Visto che il blog viene letto meno delle pubblicità infilate nelle cassette della posta mi sento tranquillo nello spoilerare l’allenamento della Brughiera Comasca con le mie considerazioni.
La prima cosa che viene in mente quando si parla di un
allenamento nel bosco brianzolo sono i rovi. Effettivamente i
rovi non mancheranno anche se gennaio è probabilmente il mese migliore per
affrontare questa mappa specie dopo le nevicate di quest’anno.
Il mio personale “comunicato allenamento” che lascerei a chi stesse per prepararsi a questa prova evidenzierebbe due punti
· Portate ghette o calzettoni protettivi.
· Quasi ancor più indispensabili delle ghette sono le scarpe chiodate o comunque ben scolpite.
Le piogge e le abbondanti nevicate hanno infatti reso il terreno particolarmente fangoso e con molte pozze d’acqua.
Passo ad una disamina dei punti del percorso middle, la long non ho fatto a tempo a provarla e direi che la middle mi basta e avanza. Il percorso è caratterizzato da una prima parte lenta e faticosa ed una
seconda più veloce e scorrevole.
I primi punti servono a prendere
confidenza con vegetazione fitta e terreno pesante (se non piove questa
settimana il terreno migliorerà ma ad ora molte canalette sono diventate ruscelletti).
La 3 non saprei dire esattamente quale cespuglio fosse ma la
zona è bianca e la fettuccia la si vedrebbe comunque da distanza. Stesso discorso un po’ per
tutti i punti nel fitto, ovvero anche la 13 e la 14, anche qui
la visibilità è buona.
Scendere dalla 3 ho trovato una bella traccia di sentiero, almeno nella parte alta. Una volta attraversato il ruscello c’è una traccia
di sentiero a tratti poco visibile, non in mappa, che continua parallela al fiumiciattolo e si collega alla traccia di sentiero a sud del punto 6 (lascio queste note per il cartografo che magari può verificare con più calma).
La zona della 4 è impestata ma la canaletta si riconosce
bene.
Dalla 4 alla 5 è la zona dove ho sbagliato lo scorso anno
ed effettivamente è un casino di vegetazione e pozze. Le zone
paludose segnate in mappa sono oggi dei laghetti. Qui servono scarpe chiodate soprattutto per salite e discese del sentiero paludoso.
Scendere alla 6 è fattibile anche se ripido. Risalire dall’altra parte verso
la 7 invece è tutto un roveto, ma se ce l’ho fatta io i ragazzi e
quelli forti non avranno problemi. Al contrario per partecipanti meno atletici obbligatorio
andare direttamente verso la 12 perché qui comincia il bello...
Dalla mappa forse si evince poco ma lasciare il sentiero all’ultimo
momento per andare verso la canaletta della 7 è un suicidio. Poco più a nord è
nato un vallone che già comincia ad essere profondo e ripido, sul come
diventerà ne riparliamo tra poco…
Una volta saliti la 7 la si trova in un attimo, così come
la 8 che è in una zona inedita per noi orientisti ma molto bella e, stranamente, pulitissima.
Per affrontare la 9 (attenzione il numero non si vede perché
è fuori stampa) bisogna prendere il coraggio a due mani. Per affrontare questo vallone mi sono spostato un po’ più a nord, dove si trovato meno rovi per
buttarsi dentro. Con calma in qualche modo si riesce a scendere. Il
passaggio più ostico è l’attraversamento del fiume, mentre la risalita è meno proibitiva di quanto pensassi, forse sono stato fortunato ma ho trovato una cresta che si lasciava scalare.
Arrivati in cima però ho trovato una zona piena di rovi.
Quel triangolo bianco, il bianco non lo vede nemmeno quando nevica… se possibile
modificherei il colore. Anche per arrivare al punto ho preferito fare il
giro dal sentiero e avvicinarmi a quella radice è stato doloroso. Ho trovato una grande ed evidente radice anche se in mappa ne sono segnate due. Forse toglierei il punto mandando direttamente verso la
10 in modo da indurli anche ad attraversare il vallone nella parte che ho
esplorato io.
Logicamente anche la zona 10 non è per nulla bianca.
Dopo la 10 si comincia a correre. Andare alla 11 non è un problema
se si sta attenti a non lasciare i sentieri perché intorno ci sono molti rovi.
Sulla strada che ho fatto per andare verso la 12 non mi è parsa netta quella radura sul sentiero, stesso discorso per la radura a nord del punto 13.
Personalmente tra il punto 13 e il sentiero a ovest del punto avrei allungato l’avvallamento
(almeno come fossa) portandolo fino a 10 metri dal prato a nord, ovvero a pochi
passi dal secondo verde, quello più a nord.
Come dicevo i puntini verdi vicino a 13 e 14, e le rispettive
radure, non sono così nette ma la zona è con buona visibilità e non creeranno difficoltà.
Il punto 15 è in una zona bellissima e ricca di movimenti del
terreno. La strada per andare alla 16 invece è la più fangosa di tutto il giro. Per
attaccare la canaletta gli giro intorno perché da nord non ci sono punti di riferimento ed è verde. La parte a sud delle canalette invece è molto più pulita e forse quel verde 1 è troppo, bastava la vegetazione bassa (lineette verdi).
Grazie alla zona pulita 17 e 18 sono a vista. La 18 addirittura è una grande
vasca da bagno che si vede dal salotto di casa.
La 19 è una piccola radice, poco prima c'è un pungifoglio (pensavo fosse quello il punto) che forse si potrebbe segnare in
carta.
Dalla 19 all’arrivo e dall’arrivo al parcheggio si faranno
gli ultimi fanghi in un sentiero impraticabile.
Con tutte le dovute verifiche io ci ho messo 1 ora e 30’, ma
me la sono presa comoda e secondo me chi corre lo completerà in un’oretta. Mi sono
divertito molto e non lo varierei, al limite quel punto 9 nei rovi.
Credo di non essermi dimenticato nulla e spero di aver fornito informazioni utili.
Nessun commento:
Posta un commento