'Volere potrebbe essere meglio che sapere. Non lo dico con alcuna certezza, mi limito a suggerirlo. Ma se venite a dirmi che non sono stato all'altezza del compito e non vi ho raccontato di questa storia tutto quello che c'era da raccontare, vi risponderò che vi sbagliate della grossa. Di questo sono sicuro'. Stephen King
Vi racconto di questo libro rubando queste righe dalla fine della postfazione. Dalla fine della fine insomma. Non mi dilungo per non svelare troppo e togliere curiosità, ma in queste righe si può intuire che stile di mystery ha scritto il maestro della suspance, o dell'horror se vogliamo.
Questo per me è il secondo libro di Stephen King. Il primo, L'ombra dello scorpione, l'ho amato moltissimo, tranne forse per il finale un po' frettoloso. Poi non mi sono più avventurato in sue letture, demoralizzato e spaventato dal suo stile decisamente horror.
Con immenso piacere però ho acquistato questo libro, 'Colorado Kid', quando ho appreso che si trattava di un giallo, niente sangue, niente macchine infernali...
Ci ho impiegato un po' per sollevarlo dallo scaffale, ma ci è voluto decisamente poco per finirlo. Il libro infatti è molto veloce e soprattutto appassionante: alla ricerca della storia, cercando di capirne e saperne sempre di più, di trovare nuovi indizzi, partiolari, anche se non si può sempre sapere tutto...
Un giallo in stile Jessica Fletcher (la signora in giallo), o Sherlok Holmes, o Hercule Poirot. Personaggi non presi a caso ma citati nel libro. I miti, diciamo, della ventenne Stephanie McCann, giovane giornalista in formazione presso un minuscolo quotidiano di un'isola del Maine.
A lei affidano le proprie speranze i due anziani titolari (e fondatori) del gionale. Le speranze di risolvere un caso vecchio di 25 anni. Con tantissime piccole scoperte in questi anni di ricerche, arrivando al punto che tutto è possibile ma nulla è probabile, una corsa contro il tempo, senza movente, senza alibi... il tutto nella tranquillità di un pomeriggio...
Ve lo consiglio insomma...
1 commento:
Condivido il giudizio su L'Ombra dello Scorpione: godibilissimo, addirittura avvincente nella parte che vede l'avvicinamento del manipolo di eroi alla fonte del male (con apparente abbandono indietro di colui che si rivela essere... ecc.ecc.) e poi finale frettoloso. Impegni con l'editore?
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