Invece è il mio resoconto su 3 gironi di gare.
Diciamo che il mio ideale di week-end estivo è questo: trovare una bella garetta che mi permetta di visitare posti nuovi in compangia di amici. Come l'anno scorso la Aargauer 3-Tage-OL in Argovia mi da questa possibilità. Primo ostacolo per andarci è farsi dare il venerdì di ferie (che sudata!).
Una volta ottenuto tutto il resto si sistema:
- il viaggio: come lo scorso anno con gli immancabili Stefano Indigo Galano, Alberto Wheat Grilli, Luca Flour Farina e il socio, in più si è aggiunta Farah Ivory. Anche se Alberto passa con Giuga e Brambi scegliamo di viaggiare con due macchine per stare larghissimi!
- il traffico: con l’ormai collaudato passaggio sul passo del San Gottardo (immortalato dalle innumerevoli foto dell’instancabile Farah), in caso il tunnel si riveli troppo trafficato.
- l’iscrizione: ok maggiorata per il ritardo come da secolare tradizione svizzera.
- il pernottamento: in tenda of course, con la speranza di non beccare il diluvio dello scorso anno.
Che bello! Dopo aver invidiato gli Stankanov in Svezia anch’io posso godermi qualche giorno di gara. Certo non sarà l’Oringen... Come quella mia prima partecipazione quando ci andai con il Cus Bologna, ma venni squalificato dopo la prima tappa per non aver punzonato (dicono loro, secondo me sono stato troppo veloce...) la 100.
“Ecco se c’è una cosa che non si deve fare – spiegavo durante il viaggio a Farah - è non controllare i codici. Se ti squalificano poi ti girano le palle e ti rovini le altre gare”
Arrivati a Reiden è già tempo di mettersi in cammino! Per andare in partenza ci vuole la solita marcia. La fila di atleti si allunga dalle vie della cittadina al pendio verde, sempre perfettamente tenuto, che si arrampica fino al nascere del bosco.
E’ qui che incontriamo gli altri italiani: la Giuga e il Brambi, Stevie e Johanna (quasi italiani) i trentini del Panda, i laziali e una pio di veneti… siamo tutti ammassati in coda nelle liste di partenza. Io e Farah siamo proprio gli ultimi, forse proprio a causa della nostra tardivissima iscrizione, partiamo quattro minuti dopo il terzultimo (?!), alle 19:06, al sorgere della notte. E do ragione al buon Indigo che ironizzando sul buio scrisse “Poi dite di noi Genovesi... Gli Svizzeri, per soldi, fanno partire anche Andrea Bocelli e Pierangelo Bertoli!!!”
La gara però mi va un gran bene, alla 1 prendo il francese che mi partiva prima. Rampazza per riportarmi sul sentiero con il francese che tenta di rimanermi incollato. Ce la fa, e se sul sentiero si mette a chiacchierare con me: “Where are you from?”, “What's your name?”. Rispondere alle domande mentre sto cercando di correre al massimo non è proprio semplice e quindi azzardo un allungo per seminarlo.
La gara procede bene anche se involontariamente per andare alla 3 faccio una scelta suicida. Scendo di 20 curve di livello per risalirle dall’altra parte. Non mi accorgo dell’esistenza di un sentiero che in costa allungando un bel po’ ma mi avrebbe portato a destinazione senza grossi problemi. Alla fine (tempi alla mano) la mia scelta si rivela fantastica, ma devo ammettere che se solo avessi avuto più tempo per leggere la carta probabilmente non l’avrei fatta.
Per il resto la gara (e l’Argovia in generale) non regala molte difficoltà. Sprinto fino in fondo e scopro di averci messo 4’ più di Aaron Gaio. Sono secondo italiano precedendo gli Stankanov Wheat e Black.
Gara finita si passa alla cena. Flour prende il suo Menù a Discretion, ovvero infinibile. Farah termina la sua gara quando noi siamo al dessert, si lamenta dell'organizzazione che per sopraggiunta notte ha comiciato a ritirare le lanterne prima del suo arrivo. Dopo la cena cazzeggiamo un po’ per aspettare Inge e Paola che ci raggiungono da Milano, e visitiamo il centro di Zofingen, un paesotto molto carino. Ci infiliamo in un pub spettacolare. Farah non manca di immortalarlo nelle sue foto.
Costruzione di tenda di Paola in notturna. Come sempre appena siamo pronti per dormire comincia a piovere di brutto.
Sabato c’è la tappa più attesa con la partecipazione dei migliori svizzeri (Hubmann, Müller, Merz). Per andare in partenza ci vogliono 35’ di pulman e 25’ di cammino. Gli svizzeri non pompano i tempi come noi e l’ora di viaggio c’è tutta. Personalmente però passo un viaggio indimenticabile! Salgo un po’ assonnato sul pullman, dopo di me arriva Simone Niggli Luder con il suo clan. La campionessa si piazza proprio di fronte a me e per tutto il viaggio sorride con la sorella utilizzando il mio sedile per stendere i suoi piedi. Io passo il viaggio cercando di togliergli gli occhi di dosso; ammetto di non essere riuscito nell’impresa. La campionissima è bellissima, come la piccola cicatrice che caratterizza il sul suo volto.
Appena arrivo in zona partenza corro dal socio e dagli altri per raccontargli questa esperienza impagabile!
Anche la seconda gara si rivela semplice e veloce, il dislivello è meno accentuato ma la stanchezza alla fine è comunque tanta, un po' di fango aiuta a rendere più pesante la corsa.
Andando alla 7 incrocio Simone. Corriamo alla stessa velocità e raggiungiamo la lanterna 74 insieme. Io però venivo dall’altro sfruttando la discesa mentre lei era in piena salita!
Archiviata la seconda prova è tempo di Terme. Purtroppo il nostro programma viene rallentato e messo in dubbio da Farah. L’atleta di Paderno Dugnano, decide di portare a termine la seconda tappa giungendo al ritrovo a pomeriggio inoltrato.
Un po’ in soggezione opta per il salto del pranzo e per una doccia speedy (povera Farah). Riusciamo così finalmente, ad un anno di distanza dalla mia promessa, a portare il socio nelle famose terme alsaziane.
Una figata. Le terme riconciliano con la due giorni di fatiche…
Dopo idromassaggi e piscine con il socio mi avventuro nella zona nudisti. Saune dai 110 gradi ai 55, un vero relax.
Chiudiamo la giornata ospiti del Panda Valsugana. Bepi Simoni ci invita in ‘Casa Trentino’, ovvero il loro agglomerato di tende con in mezzo una maxigriglia dove vengono preparati infiniti wurstel. I giovani ragazzi del Panda sono supersimpatici. Nell’arco della serata ci raccontiamo aneddoti della 5 giorni dei Forti e varie storie orientistiche. Diamo poi vita a un ‘percorso avventura’ tra le giostre, filmiamo le nostre prove e penso che rpesto tali filmati saranno disponibili sul sito skodeg-o.com. Chiudiamo la serata con una garetta di velocità nel bere birra ma non trovo grandi avversari.
Ultimo giorno partenza presto. Grazie alle buone prestazioni nelle due prime prove parto tra i preimissimi a pochi minuti da Aaron e con qualche secondo di vantaggio su Wheat. La gara a caccia mi esalta, ma una colazione un po’ tardiva e un primo punto letteralmente verticale fanno in modo che alla 1 sia già raggiunto dal ‘bambino’ e da Alberto. Andando alla 2 faccio la mia scenta differente ma giungo ancora con la coppia. Poi per la 3 inizia una rampetta e i due se ne vanno. Li rivedo in uscita dalla 4, ma qui agganciano un’altra coppia di orientisti e sprintano per buttarsi già verso la 5. Da questo momento vengo seminato da quelli davanti e il vantaggio sugli altri prossimi inseguitori è notevole, così non incontro più nessuno. Procedo regolarmente senza troppe imprecisioni ma ad un ritmo neanche lontanamente paragonabile a quello di chi mi precede. Arrivo bene fino alla penultima lanterna ma qui pascolo in zona punto, e pensare che a questo punto ci pensavo da mo’ con l'idea di avvantaggiarmi in caso di arrivo con avversari.
Alla fine trovo la mia lanterna ma ho il timore che l’orientista a pochi metri da me sia della mia stessa categoria.
Così mi butto giù vero l’ultima lanterna. Non guardo nemmeno la descrizione punto, solo un’occhiata alla cartina, è lì in basso poco prima della strada! Corro punzono e sprinto. Il mio avversario non si vede!
In zona arrivo mi sdraio un po’, sono distrutto. Nel frattempo arrivano Flour, il socio e Indigo! Io rimango inerme sdraiato sul terreno!
E’ ora di andare a scaricare il bricchetto! (le classifiche sul sito della solv.ch)
Al posto del tempo però trovo questa sigla: ‘Po.f.’, significa PE, punzonatoura errata! E cosa sono andato a sbagliare? Ancora la 100, come all’Oringen del 1999!
In segreteria gara, gli organizzatori mi spiegano che c’erano due 100 a pochi metri di distanza. Una in una fossa e l’altra nell’avvallamento a pochi metri. In partenza però c'erano CHIARI cartelli in tedesco che consigliavano di prestare attenzione a questa doppia cento!
Ah ecco... CHIARI CARTELLI IN TEDESCO!
Bé, la 3 giorni è finita! Mi sono divertito una cifra, la compagnia è stata fantastica, ho conosciuto tante nuove persone e altre le ho riviste con piacere.
Tra i non citati un saluto alla famiglia Brandi, con Adrienne coraggiosissima in DAL (la stessa di Simone Niggli); poi le bellissime svizzere all’organizzazione, da quella in segreteria che parlava un po’ di italiano, alle ragazze in cucina (quella dei menù e quella delle patatine) e poi Eddy e gli altri trentino con Giada ed Elena Trentin e Anna Paternolli che a causa del mio PE sono la seconda, la terza e la quarta donna che nel 2007 hanno preso quel che resta del mio scalpo.
(foto di Farah, tranne quella di Simone, clicca per ingrandirle. A breve molte altre foto su PHOTO)
3 commenti:
easy with the nutella!!!
ailovnutella
English101: I love nutella
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