mercoledì 29 agosto 2007

Il mio caro lavavetri

Sembra una burla più che un'ordinanza, però a Firenze pare facciano sul serio, multa o addirittura carcere per i lavavetri.

Un po' mi intristisce l'intolleranza della nostra società. Il lavavetri non credo sia per nessuno il lavoro della vita, chi lo fa è un emarginato della società, un disperato disposto ad umiliarsi; certo a volte può risultare fastidioso e aggressivo chi, senza la nostra autorizzazione, mette la spugna sul parabrezza... ma... si può sopportare...

Un tempo andando al lavoro ricordo che incontravo sempre lo stesso lavavetri: d'estate sotto il sole cocente e d'inverso col freddo, a volte le sue mani erano ghiacciate e mi impietosiva un po'.

L'articolo dell'Espresso


Il lavavetri ormai fa parte della nostra società, non è un fenomeno degli ultimi anni. Ricordo un vecchio film di Francesco Nuti (credo Caruso Pascoski) dove per tutto il film Nuti veniva perseguitato da un insistente lavavetri...
...e tutte queste cose andranno perse come lacrime nella pioggia...

4 commenti:

Pierlabi ha detto...

Ale, in linea di principio, posso essere d'accordo.
Il problema è che la situazione ormai sta degenerando. Non conosco nel dettaglio la situazione fiorentina, ma pare si parli di aggressioni, anche se non si capisce chi aggrediva chi.
Nel mio piccolo, non sopporto quando qualcuno cerca di forzarmi a comprare (un bene o un servizio) che non mi interessa, avvenga tramite una telefonata inopportuna a casa o appoggiando una spugna sul parabrezza. E sopporto ancora meno che quel qualcuno si arrabbi con me perché non sono interessato all'acquisto.
Aggiungi che al semaforo ti suonano il clacson mezzo secondo prima che scatti il verde, che quando riparti devi stare attento a non mettere sotto il tizio che vaga tra le macchine e che questo avviene una dozzina di volte almeno in un viaggio di mezz'ora, e ti rendi conto del come e perché la pazienza della gente (e la mia, che ammetto potrebbe essere maggiore) si sia esaurita.
Preferisco di gran lunga quelli che cercano di venderti i fiori, gli accendini o la copia di "Metro" o "Leggo", che almeno vendono in modo meno aggressivo qualcosa che può essere utile.
Ora, la soluzione proposta è probabilmente esagerata, ma sicuramente nasce da un sentimento ormai diffuso che un amministratore non può ignorare.

ale ha detto...

Hai ragione Piero, ma il problema non è allora il lavavetri, ma l'eventuale aggressore... magari non sono tutti così.

E' come bandire i taxi perché esiste il tassista disonesto che truffa il passeggero.

E per il caso di chi suona il clacson mezzo secondo prima del verde il coglione non è il lavavetri ma quello dietro! In quel caso io inserirei la retromarcia solo per farlo spaventare!

Va beh, non so perché divento sempre paladino delle cause perse...

Anonimo ha detto...

Una volta ho visto un orientista buttare una busta di plastica nel bosco. E' uno sport che andrebbe fermato subito perché si rischia di danneggiare l'ambiente.

Pierlabi ha detto...

Il problema di fondo è che c'è gente che approfitta di questi disperati e mette in piedi un racket che li spinge a fare questo.
Questo è ciò che dovrebbe essere perseguito e punito.
Resta il fatto che molta gente ha perso la pazienza (vedi l'articolo su repubblica di chi si è finto lavavetri per un giorno) e ritiene questi atteggiamenti lesivi della loro libertà e del loro benessere.
A torto o a ragione.
Ribadisco, questo sentimento non può essere sottovalutato o ignorato da un amministratore locale, di destra o di sinistra che sia.
Le risposte devono sì essere coerenti con i propri principi e le leggi vigenti, ma devono soprattutto essere pratiche e percepibili dalla gente, visto che il problema sicurezza è più una questione di percezione che effettiva.