Ci sono voluti oltre 14 anni ma alla fine ce l'hanno fatta!
Correva l'anno 2006 e, organizzare una prova di Coppa Italia a Dossena, era l'idea che Paolo Mario Grassi e Simone Grassi mi avevano confidato.
Intorno alla casetta di Dossena di Maurizio e Grazia, infatti, i fratelli Grassi avevano realizzato una mappa di orienteering che si caratterizzava per dislivelli importanti e ampi prati ma anche per una morfologia interessante e zone tecniche.
In più occasioni sono stato invitato per garette tra amici come 'notturne di San Silvestro' e 'Battistin Fest'. Ricordi stupendi immortalati da foto e brevi racconti come orienteering a Dossena, Dossena 2006 e, a cura di Alessio Tenani, Capodanno in Valle Brembana.
Alla fine ci sono riusciti e, con l'aggiunta della prova sprint a Serina, hanno offerto agli orientisti vogliosi di tornare alla normalità una due giorni di gare stupenda anche grazie a giornate calde e soleggiato.
Come detto si inizia con la 4^ prova di Coppa Italia Sprint di Serina, un piccolo comune con un centro storico grazioso ricco di scalinate e salite spacca-gambe. Il tracciato di Lorenzo Pinna e Tommaso Civera offre diverse scelte e ci porta dal parchetto comunale (4 punti in 100 metri) al centro del paese.
Al mio ritmo riesco a fare una gara senza sbavature, mi sorpassa Giuliano Rampado mentre io riesco a passare Alessandro Selleri e Omar Causin. Con quest'ultimo arrivo al finish praticamente insieme e, non capisco come, per errore prendo i suoi split time.
Assurdo che non mi accorga dell'errore commentando i miei tempi (che in realtà non erano i miei) con l'amico Andrea Gianotti, il quale farebbe registrare uno splendido tempo di 19' salvo scoprire di aver sbagliato la penultima lanterna. Il mio foglietto parla di 25' e soprattutto riporta un errore di oltre 3' alla lanterna 6. Per quanto sia andato piano non mi capacito di averci messo tutto quel tempo, si tratta di un stradina in discesa_
Devo aspettare qualche ora per accorgermi che in classifica il mio tempo di gara è di 20', cinque meno di quanto ci fosse scritto sugli split. Finalmente colgo il malinteso e scrivo subito al Giana sottolineando quanto fossi fuso!
Finita la gara non ho voglia di riprendere la macchina, rifare quei tornanti, tornare a casa, dormire sul divano in taverna (la casa è in ristrutturazione) e l'indomani all'alba rifare il viaggio a ritroso. Trovo in Chiara Magni un alleato con le mie stesse perplessità. Decidiamo di chiamare gli alloggi della zona per vedere se ci sono due posti per la notte. Logicamente le strutture sono piene di orientisti. Al telefono ci rispondono alcuni personaggi bizzarri, ultima tra loro la signora Lucia che ci dice che l'albergo "Tranquilla" è pieno ma ci offre ospitalità a casa sua. Il tutto risulta un tantino curioso e buffo ma decidiamo di accettare di buon grado visto anche il buon prezzo comprensivo di colazione e cena.
Poco dopo Marco Ponteri ci offre alloggio nel suo furgone-camper che ci fa vacillare ma decidiamo di dare una possibilità alla signora Lucia. La scelta alla fine si rivelerà azzeccata anche grazie all'abbondante e ottima cena con casoncelli alla bergamasca, penne al salmone, polenta taragna con brasato e tiramisù o fragole e gelato.
Dopo cena torniamo nell'ampio appartamento a noi prestato che sembra non esser più abitato da dicembre 2010. Per casa sono esposti un paio di addobbi natalizi, agende e calendari del 2009-2010, caffè scaduto nel 2010 e foto in età scolare del piccolo Kevin, il figlio della signora Lucia. Kevin però ora, secondo i racconti della signora Lucia avrebbe 18 anni. La camera del ragazzo però è arredata con giocattoli e vhs di cartoni che mal si abbinano a un diciottenne. La situazione è tra il buffo e l'inquietante. A me e a Chiara frullano per la testa improbabili scenari di cronaca nera che però non turberanno il mio sonno profondo agevolato da un comodo ed enorme letto!
La mia aspettativa di pratoni e dislivello viene confermata, soprattutto la seconda voce che supera le aspettative. Al posto dei 315 metri di dislivello dichiarato, infatti, alla fine ne farò registrare 533, percependone molti di più. Come mi aveva consigliato Lorenzo Pinna prima della gara mi consolo con delle vedute panoramiche stupende: tutto intorno si possono ammirare alcune cime innevate e vallate incontaminate.
Le prime 5 lanterne sono tutte in salita e mi servono quasi 50' per completarle. Andando alla 6 mi supera il ticinese Michele Ren già vincitore a Serina con un tempo incredibile. Vederlo correre nel bosco è poetico: bello, magro, leggero ed elegante. Quando mi passa sembra danzare sul terreno, come se non ci fossero sassi ne rami in quel terreno accidentato fuori dai sentieri. Lui è l'immagine che ho io in testa dell'orientista tipo! In quel momento non mi demoralizza la differenza di andature (e di tutto il resto) tra me e lui, ma anzi mi inorgogliosisce la consapevolezza di aver fatto la stessa scelta di percorso. Quel momento dura un attimo perché non faccio a tempo ad arrivare alla lanterna 6 che è già sparito.
La zona con meno prati e sentieri mi restituisce soddisfazioni trovandomi particolarmente a mio agio nella lettura della mappa e arrivando alla 10 senza sbavature. Qui raggiungo Andrea Gianotti e Federico Caldini. Avendo avuto il tempo di studiare la mappa nelle salite parto deciso per il lungo trasferimento che mi porta alla 11. Sono molto soddisfatto della prima parte di scelta di percorso mentre mi rammarico di non aver preso in considerazione le due alternative nella seconda metà di tratta. Alla fine probabilmente le scelte sarebbero state equivalenti, ma non aver pensato che i fratelli Grassi avessero in serbo una tratta con tante alternative mi stupisce.
Il finale di gare è tra le grotte della vecchia miniera e la pista di motocross: nel finale faccio il mio unico errorino, alla lanterna 13, partendo a ovest dimenticandomi quasi della lanterna 14. Il cronometro si ferma sotto le due ore di gara e nel complesso sono soddisfatto della mia prova e più in generale di tutta la due giorni. Tornare a fare orienteering mi mette felicità.
Come spesso mi campita torno a casa con una gran voglia di fare altre gare, allenarmi e magari mettermi a dieta. I soliti splendidi propositi che però spesso disattengo.