giovedì 24 novembre 2011

Pietro


Il 1-11-11 è nato Pietro, qui il giorno della sua nascita. Che spettacolo!

giovedì 30 giugno 2011

Ho battuto Jorgen Martensson



A qualcuno dovevo subito raccontarlo:
Driiin, Driiin!!!
"Ale, Tutto bene?" mia mamma dalla Puglia.
"Ho battuto Jorgen Martensson!"
"E chi è?"
"Mamma tu non sai mai nulla!"




Ho trovato!
Lo dico al mondo intero attraverso il mio blog, anche se non ci scrivo da un pezzo e nessuno se lo fila:
HO BATTUTO JORGEN MARTENSSON!Ok, andiamo con ordine, facciamo un passo indietro, anzi, mettetevi comodi che ve lo spiego per benino!



Seduti?



Ok, cominciamo:
Oggi ero a passeggio per Buda (la parte collinosa di Budapest) con Roberta. Un po' di shopping, un po' di turismo ma sapete com'è, con quella pancia Roberta mi si stanca subito. Pietro, almeno questo è il nome che ad oggi pensiamo di dare al pancione (ma potrebbe ancora cambiare), comincia a farsi sentire; i medici dicono che ora dovrebbe pesare 400g, ma Roberta è aumentata di 7 Kg. Valla a capire la matematica.


Comunque, non divaghiamo, Roberta era stanca e voleva tornare in albergo, allora scendiamo verso il Danubio e cosa vede il suo occhietto vigile e attento?
Sì, occhietto vigile e attento, perché sempre lui giorni fa ha individuato sul lago Balaton due auto ungheresi con il lanternino. Torniamo a noi, questa volta mi pesca un indigeno con in mano una lanterna. Pare proprio la 100!


"Alto là, cos'è? Orienteering?"Cominciano a brillarmi gli occhi e vedo il fantomatico posatore con una bellissima cartina del Palazzo Reale di Buda. Pare stia organizzando un allenamento per degli svedesi!
Mi faccio dare due coordinate e in men che non si dica porto Roberta e Pietro all'albergo, indosso un paio di short da basket ed eccomi di nuovo in riva al Danubio.


Mi intrufolo chiedendo informazioni e generando un po' di scetticismo tra gli organizzatori anche per colpa del mio abbigliamento.
Mi spiegano che ci sono tre percorsi: corto, medio e lungo. Opto per il medio, ma quando sento che è di 2.500 metri chiedo di fare il lungo che è di 3.000 metri.
Gli organizzatori cercano di persuadermi: "la distanza in linea d'aria non corrisponderà a quello che farai, diventerà il doppio, e poi c'è la salita..."
Riesco a convincerli solo tirando fuori la mia Si-card. A questo punto mi riconoscono e mi fanno entrare nel branco.


Ok, posso partire.
Clear e Check ed eccomi a correre per il centro di Budapest!
Subito una salita per andare alla 1. La 2 è lì a pochi metri, ma dall'altra parte delle feritoie del muro del castello. Per arrivarci devo correre in cima al Palazzo Reale e scendere dall'altra parte! Ora capisco cosa intendevano con "diventerà il doppio".
Alla 3 voglio fregarli. Scelgo la scelta alta ma ben presto ho dei dubbi sulla sua bontà. Dubbi che diventano certezze quando scopro che la pioggia ha reso l'erba del fossato viscidissssSSSS!!!!!
Ok sono per terra!
Mi rialzo e oooopsssSSS!!!!
Sono ancora a terra illuminato da flash di giapponesi e intimorito da occhi perplessi di ungheresi.
I miei short gialli dei Lakers paiono ora i calzoncini degli All Blacks. Riparto e fino alla 8 non combino pasticci quando, andando alla 9, da lontano vedo un orientista con maglietta arancione che corre verso di me. Quando siamo ormai vicini giriamo entrambi nella stessa via. Maglietta arancione ha qualche metro su di me. Guardo bene e cavoli, dietro a quegli occhialini c'è proprio Jorgen Martensson (si legge con la O al posto della A)!


Accelero un po' e riesco ad affiancarlo. Non mi par vero. Aumento ancora, lo supero e gli dico: "This is my dream". Lui sorride, poi una macchina quasi mi mette sotto: "Be careful" mi dice; che poi a me, quando me lo dicono mi viene sempre in mente l'Euromercato di Paderno che i francesi hanno rinominato Carrefour, ma a me e agli altri vecchietti di Paderno ci piace sempre chiamarlo l'Euro. Uffi! Alla faccia di Carla Brunì!


Ma torniamo al mio sorpasso! Ho superato Jorgen Martensson (con la O), già questo potrebbe bastare ma decido di superarmi. Capisco che sta facendo il mio percorso, ci siamo passati là dove il percorso faceva un incrocio, lui andava alla 14, io alla 9. Visto il suo ritmo penso che accelerando potrei batterlo. Già vedo titoloni sulla Gazzetta dello Sport. Mica potrà andare in giro a dire che non si era impegnato.


E' il momento di volare. Dalla 9 alla 13 corro come il vento. La 14 è la tratta che ho fatto al suo fianco. Apro la descrizione punti che tengo stretta in mano e vedo che sono solo 17 le lanterne; E' quasi finita. Il finale è incasinato per via degli incroci. Punzono la 15 nel giardinetto, corro verso la 16, ma non di lì, di qua. Fatta, e ora verso la penultima, la numero? Mannaggia non è la diciassette.


Nooooooooooooooooooooo!


Al posto della 16 ho punzonato la 8 e ora sto correndo verso la 7 che ho già fatto!
Virata, si torna indietro e gara alle ortiche!
Eccomi un po' sconsolato: 16, 17 e finish!
Porca paletta, c'è mancato poco. Mi sono comunque divertito. Ma quanto avrò perso? Mi sa almeno 3 minuti, e sì! Cavoli, ce l'avrò fatta a batterlo comunque? Difficile, perdirindina.
Al ritrovo rivedo Jorgen e vorrei dirgli: "ti è andata bene che ho sbagliato..." ma non trovo il coraggio. Faccio i complimenti agli organizzatori e insisto per pagare la garetta visto il divertimento provato.


Gli chiedo se metteranno le classifiche su Internet per poter vedere i risultati ma mi dicono che non hanno un web site. Peccato.
Poi mi chiamano e mi mostrano comunque la classifica. Sono 6°: 28' 40", il primo ci ha messo 22', inarrivabile! Ma, attenzione, Jorgen Martensson ci ha messo 29' 47"! L'ho battuto!!!!!!!!

Ma come non sapete chi sia?
Mi sembrate mia mamma.


Vi dico solo che nel 1996, quando io ho iniziato a fare orienteering lui vinceva l'O-Ringen.
E in Svezia esiste un libro con la sua vita che si intitola 'Mr.Orienteering'
E comunque si legge MOrtensson! Perchè la A ha il cerchietto sopra.
E comunque anche Wikipedia, quella italiana, sa chi è Jorgen Martensson.
E comunque non è vero che non si è impegnato.
E comunque io l'ho battuto, anche se domani non lo troverete scritto sulla Gazzetta dello sport perché parla solo di calcio!

domenica 10 aprile 2011

Valcava

Grande gara oggi in Valcava per il primo Raid Avventura.
Verso gennaio Roberta mi evidenza sull'agenda la data del 10 aprile, la sua ex società, il Nirvana Verde, organizza questa gara d'altri tempi. Corsa d'orientamento di 15 km (in linea d'aria, se ne faranno di più) con 1.000 metri di dislivello (se non si sbaglia percorso). Pochi giorni prima della gara però il forfait di Roberta mi costringe a cercare un sostituto, per fortuna trovo Yuko Ogino!

Al via, a San Gottardo di Torre De' Busi a 400m slm, una ventina di squadre; a guardarli sembrano tutti dei tori, corridori da corse in montanga! Io e Yuko partiamo al piccolo trotto, anche perché il primo punto si trova 400 metri di dislivello sopra di noi, ma nessun sentiero tira su diretto. Noi optiamo per la scelta di sinistra che si rivelerà molto buona. Tre coppie di corridori ci superano ma non ce ne curiamo, continuiamo al nostro ritmo.

Per andare alla 2 altra sceltona, stare in costa e allungarla oppure discesa e salita. La prima sembra nettamente la scelta migliore, ma non tutti la penseranno così. Tratta lunghissima e cominciamo ad alimentarci, la sella con il punto di controllo la si vede da lontanissimo, ma pare non arrivare mai! Alla fine eccoci e anche con il morale in poppa vedendo coppie avversarie fare scelte discutibili.

Andare alle 3 però sarà anche più dura con una tratta non lunghissima ma con massima pendenza, dai 900 metri ai 1.300 tutti d'un fiato. All'ultimo cambio idea, niente direttissima ma sentiero leggermente più morbido e all'ombra sulla sinistra. Arriviamo in cima e Mario mi conferma che saremo gli unici ad aver fatto questa scelta. Ci comunica anche che non siamo lontani dai primi.

La 4 è l'ultima lanterna in salita, ma molto più morbida. Siamo in Valcava a 1.400m slm. Qui finiamo di bere e mangiare perché le ultime due lanterne saranno tutte d'un fiato in discesa. Per andare alla 5 bisogna solo stare attenti a prendere il sentiero giusto, l'unico adatto per l'attraversamento della valle di Sogno. Il sentiero in discesa è coperto dal fogliame autunnale e per questo insidioso.

La tratta tra la 5 e la 6 invece regala tantissime scelte di percorso e richiede una buona lettura della carta, sono i nostri punti di forza. Decido anche qua di non fare strade asfaltate ma di tenermi sui sentiero di trekking sengnalati (quelli rossi), scelta che pagherà visto che dopo il lungo sprint che dalla 6 porta al traguardo scopriremo di essere arrivati primi del percorso corto, anche considerando le coppie uomo-uomo!

L'esperienza è stata esaltante a prescindere dal risultato. Devo dire che questo genere di gara mi piace molto, posto bellissimo con panorama mozzafiato, sole e clima ottimo; e soprattutto bravissimi gli organizzatori!