domenica 13 ottobre 2019

MOO BICI 2019



Con questa gara ho chiuso il cerchio, aperto lo scorso anno, intorno a Milano.

Cambiano le zone, cambiano i parchi e i campi rom, cambia anche la/il compagna/o di avventura ma la versione pedalabile del MOO, organizzata da Remo, resta una gara che mi diverte molto.

La pedalata parte esattamente dove si era conclusa l'edizione 2018: il parco recuperato ex Area Pozzi, un luogo mai visto fino ad un anno fa. 

Con il mio compagno, mio fratello Andrea, decido di incontrarmi e lasciare le macchine in zona arrivo per poi raggiungere la partenza in Metro e quindi in bici.

La frazione in Metro è rilassante e cerco di recuperare le ore di sonno perse (la sera prima giochi in scatola fino alle 4 di notte e la mattina compromesso per nuova casa) con il metodo Milani che in pochi minuti dovrebbe far recuperare ore di sonno. Arrivati a Bisceglie, impreparati, puntiamo verso la partenza ma sbaglio completamente strada e direzione ritrovandomi in zona Tangenziale Ovest.

Mi accorgo che non sono in grado di utilizzare google maps per orientarmi, e temo di non arrivare in tempo per il via, ma mi rincuoro pensando che è meglio fare errori prima della gara che non durante.
In Metro con noi c'erano Alberto Grilli e il trio dei GariGott, tutti arrivati in partenza molto prima e infatti presenti nella foto pre-gara. Noi arriviamo comunque in tempo, al pelo, per il brifing.

Inizialmente la squadra doveva completarsi con un terzo componente, il quasi extra comunitario Mark Hayman. L'inglese, un po' come Tevez quando stava per passare al Milan, all'ultimo minuto decide di ripensarci e sceglie come compagno il pluricampione italiano di MTBO Giaime.

Il MOO BICI riesce a portare ai nastri di partenza tanti amici orientisti, oltre ai già citati Mark e Giaime, GariGott e Alberto, troviamo alcuni nirvanici come AndrEma in bici, il socio Oscar con l'ispanico, la Friz e il suo team di Turbigo, Miki Titoli con Marco, Marco Giovannini e Mary, il terzetto Angelo, Fabrizio e Cristina Karen, l'immancabile Giorgio Gatti, Licia, la coppia Vivaio Belisario e Maia (che ci presta una biro per poter rispondere alle domande, GRAZIE). Tra i partenti anche il competitivo Samuele (secondo lo scorso anno) con un suo amico bolognese e alcuni 'animals', orfani di Danilo, quali il canguro, Dario, Hiroki e Leila.

La gara inizia con un tradizionale prologo che propone 10 punti di controllo a destra e sinistra del Naviglio Grande. Si parte a razzo, vedo 5 o 6 squadre davanti, noi capeggiamo il secondo gruppetto distanziato di qualche secondo. Dopo poche centinaia di metri mi salta il porta-cellulare fissato sul manubrio, finirà subito nello zaino.

Noto che tutti puntano al punto 6, per evitare code decido di andare al 5 per poi fare 9, 10, 7 e quindi recuperare il 6. Tutte le squadre sono vicine ma, un po' come prevedibile, mi accorgo che i team Samuele/amico e Mark/Giaime hanno un passo migliore.

Il selfie del prologo lo faremo in mezzo ad un set cinematografico.

Per il primo giretto riceviamo solo una mappa così Andrea è costretto a fidarsi delle mie scelte di percorso che prevedono poi di fare 8, 2, 3, 4 e per ultima la 1.

Penso di esser terzi ma mi accorgo che la coppia di Mark/Giaime deve recuperare la 5. Transitiamo così, in meno di 15', secondi al cambio carta dietro a Samuele/amico e con una coppia di giovani in rosso poco dietro. Quasi tutte le squadre concluderanno il prologo in meno di 30', tranne i poveri Hiroki e Leila che ci metteranno quasi un'ora a causa di un imprevisto meccanico. 

Ricevute le 3 mappe in A3 partiamo verso le cascine di Ronchetto sul Naviglio, una zona anomalamente agricola per essere così vicina a Milano. Dalla 13 alla 14 ci supera il FrecciaRossa Mark/Giaime. Una volta a testa però faranno dei micro errori che ci permettono di ripassarli per poco tempo.
I punti dal 14 al 19 sono buttati sulla mappa un po' a casaccio, questo offre l'opportunità alle squadre di scegliere sequenze differenti. Opto per il giro 14, 16, 19, 18, 17 e poi 15. Nessun altra squadra seguirà questo ordine permettendoci di incrociare tutti gli avversari e appurare che siamo terzi a poco dai primi due team. Dietro di noi abbiamo la coppia rossa, il trio GariGott, altri 3 ragazzi, Friz e Turbigo, il trio Angelo, Fabrizio e Cristina Karen, quindi socio e ispanico.
Da quel momento in poi non vedremo più nessuno se non per un istante Samuele e amico.
Tra le particolarità della mia scelta c'è la corsa fino al punto 17 (la molla GIALLA del cane) fatta a piedi perché le bici le abbiamo lasciate al di là del ponte sull'autostrada.

Suggestivo il selfie sul Naviglio, peccato che la caratteristica foschia milanese non ci premi con lo skyline meneghino.

Dal punto 20 in poi seguiremo la sequenza numerica senza alcuna variazione.

Il sentierino pedonale che porta alla 22 è molto bello, non so come fa Remo a trovarli certi passaggi. Mi fa ridere però che mio fratello, ormai rassegnato a compilare il foglio delle domande lasciando a me oneri o onori della navigazione, dicevo, mi fa ridere Andrea che alla 22, per trovare il nome della ditta tedesca, abbia praticamente analizzato ogni componente della giostra di corda per poi supplicare un mio intervento per trovare l'incisione ricercata.

Analizzando le scelte solo la tratta 25-26 penso avrei potuto farla in modo differente e forse migliore. Noi siamo passati da Sud, vedendo in lontananza Samuele e amico, mentre si poteva passare da Nord come hanno fatto le altre coppie.

La 29 è l'ultimo punto della prima carta A3, anche se noi cominciamo a navigare sulla nuova mappa già dalla 26.


Rischiamo di lisciare le 'bandiere italiane' della 29 perché sono già concentrato sulla strada per la 30. 

L'attraversamento di via Ripamonti è molto rischioso, ma non tanto quanto il passaggio nel campo rom in zona 31 dove faccio il pelo ad una serie di auto probabilmente rubate. Abbandonata la Zona di Via Vaiano Valle, e dopo il selfie che non mi autorizzava a passare per via del peso, scopro il bel Parco della Vettabbia, ottimo esempio di zona recuperata.

Non ancora recuperata la zona più a Nord, quella del Parco Cassinis dove passiamo vicino a dormitori per homeless e angoli non ben frequentati. Anche qui selfie con dei macchinari gialli.

Intricato, sia per la lettura della mappa che per i sottopassi, l'attraversamento della Stazione di Rogoredo. Al punto 40 troviamo dei supporter che ci indiano la lapide da guardare informandoci del passaggio di qualcuno prima di noi. Necessitano di attenzioni le viette che portano ai punti di controllo 41, 42 e 43.

Il trasferimento verso il punto 44 prevede il passaggio tra i nuovi palazzi del Quartiere di Santa Giulia. Purtroppo troviamo il cancello del parco chiuso. Non ci demoralizziamo e andiamo verso il passaggio più a Nord, anche questo chiuso. Decidiamo di scavalcarlo e passarci le bici sopra l'alta cancellata. Il guaio è che anche l'uscita del parco ha i cancelli chiusi con lucchetto, dobbiamo risalire fino al secondo ingresso per trovare un passaggio aperto.

Appena usciamo dal 45 riconosco Viale Ungheria, la Via dove ha abitato per una vita mia nonna. Il punto di controllo 46 è esattamente di fronte alla sua finestra ed è nel parco giochi dove ho passato l'infanzia. Purtroppo non esistono split time punto su punto (complimenti per gli split time abbinati ai selfie) perché sono certo di aver fatto registrare il miglior passaggio.




Cambio carta e quinto selfie davanti ad un AUTO RIPARAZIONI, proprio dove trent'anni fa benedivano le auto e mio papà ci aveva portato la sua Lancia Trevi.


Intricato il quartiere dei punti 48 e 49 che un po' conosco perché ai tempi dell'ISEF insegnavo in una scuola in zona. Tra l'altro qui, tra i passanti che imbrogliano il nostro passaggio, incrociamo un orientista della Punto Nord.

Vicino al Parco Forlanini, oltre alla grossa manifestazione di Linate con le Frecce Tricolori e blocchi stradali della Polizia, dobbiamo fare il selfie col gasmetro che mio fratello voleva immortalare già all'altezza dei Tre Ponti visto che si vedeva già. Come indicato nel foglio delle domande ci spostiamo nel punto corretto e incontriamo dei ragazzi che ci confermano che siamo probabilmente in terza/quarta posizione.

Il momento più duro della gara è stato il passaggio della ferrovia a Nord di via Corelli. Quattro rampe di scale con bici in spalla prima in salita e poi in discesa mi fanno capire che sono proprio stanco.

Ci ritroviamo quindi al Parco di Via Rubattino con il selfie più complesso perché dobbiamo farci entrare la staccionata, l'acqua, i piloni, Andrea e me (che si sa non sono proprio un fuscello).

Ormai ci mancano solo una manciata di punti di controllo, ma il 56 si rivela complesso perché ci mettiamo troppo a capire come finisce la frase CI PENSA LA VITA...

Il punto 58, come il 26, chiede di identificare esattamente il numero del lampione al centro del cerchietto. Preferisco fermarmi e essere sicuro, faccio bene perché ci sono diversi incroci di sentiero. Entriamo poi nel Parco Lambro e anche qui poteva essere facile sbagliare la collinetta con il lucchetto visto che ce ne sono più d'una.

I passanti del parco sono fantastici perché ancora una volta ci informano sul nostro piazzamento (terzi) e ci forniscono i relativi distacchi e commenti. Precisamente ci dicono: "I primi sono velocissimi e sono passati da tanto, non li prendete più" (Giaime e Mark) "i secondi invece non sono molto lontani" (Samuele e amico).

Manca troppo poco per pensare ad una rimonta e mi accontenterei di non essere superato nel finale ma sono ottimista perché non ho mai visto l'ombra di alcun inseguitore. In questo momento ripenso alle varie domande sperando di non aver commesso errori.

Siamo già in zona Naviglio della Martesana e, dopo aver impiegato qualche secondo di troppo per trovare il GATTO tra il gufo e il topo, e l'appellativo di MIMMO, arriva l'ultimo selfie, il più bello, quello con gli Azulejos dove mi ricordo di fare il sorriso richiesto da Remo.

Rimango attento per l'ultimo punto (63!!!) ma non è così intricato come eravamo stati informati prima di partire.

Sprint finale e le previsioni vengono confermate, oltre la linea del finish ci sono infatti già le bici di Giaime, Mark, Samuele e amico.

Troviamo Mark con una birra in mano e seguiamo l'esempio.

La trepidazione per la correzione delle domande è palpabile, alla fine viene confermato che nessuna delle prime squadre ha commesso errori e quindi terzo posto e podio confermati. 3h e 05', quasi 30' dai primi e 8' dai secondi.

Alla spicciolata arrivano tutti gli amici, anche chi, ormai al buio, non si è mai dato per vinto.

Come sempre dopo queste gare torno a casa felice di esserci stato. Oltre all'organizzatore devo quindi ringraziare Andrea. Avevo infatti rinunciato alla gara sommerso da vari impegni salvo poi ricevere una telefonata martedì scorso che mi diceva: "Allora ho portato giù la bici dalla montagna per fare insieme quella gara di cui mi avevi parlato..." 






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