Al proprio turno ogni giocatore sceglie tra 4 differenti azioni che permetteranno di aggiungere tile alla propria plancia di gioco, posizionare dadi che sfrutteranno i poteri delle tile piazzate, giocare soldi sulle tile per svolgere un'azione o fare l'azione conclusiva e chiudere il proprio turno di gioco.
Tutto questo si ripeterà finche tutti i giocatori non avranno deciso di passare, quindi svolto tutte le azioni a disposizione. Procedendo in questo modo la partita terminerà alla fine del terzo turno. Il vincitore sarà colui che avrà collezionato più punti tra quelli raccolti durante il gioco e i tanti conteggiati nel calcolo finale.
Utilizzata più volte dagli autori l'idea di lanciare i dadi (tanti dadi) prima di operare per poi utilizzarli come 'lavoratori' sfruttando i numeri usciti per attivare azioni o raccogliere risorse. Il valore del dado può esser variato pagando la differenza in soldi che comunque non sono mai tantissimi.
Cinque i tipi di risorsa che si potranno collezionare e che permetteranno di acquistare tile o pagare le caravelle che restituiranno bonus ad ogni fine turno e punti vittoria a fine partita. Nel gioco non mancano un paio di track di avanzamento che restituiscono bonus, risorse o altri vantaggi e rappresentano il potere ecclesiastico e il potere militare.
In estrema sintesi trovo Santa Maria un gioco fluido e semplice che si lascia giocare ma che al tempo stesso non scalda i cuori e potrebbe presto esser dimenticato. Non a caso il titolo in questo periodo si trova svenduto in molti store. Una partita può durare meno di 90' e si può giocare da 1 a 4 giocatori.
Il gioco è della coppia di autori norvegesi Eilif Svensson e Kristian Amundsen Østby. Del duo, salito alla notorietà grazie a Escape: the Curse of the Temple e alle sue molte espansioni, ho apprezzato principalmente il dadoso The Magnificent. Più anonimi a mio avviso altri titoli come Hotel Samoa, Offshore, Automania e il filler Trails of Tucana.
Nessun commento:
Posta un commento