Eccolo sbocciato, dopo un quarantennio di monotoni Ispettori Callaghan o Cavalieri Pallidi, la consacrazione a grande autore. Si comincia con Gli spietati (Oscar per la miglior regia) e non ci si ferma più passando per Un mondo perfetto, I ponti di Madison Country, Million Dollar Baby (altro Oscar) arrivando fino alla sua ultima fatica: GRAN TORINO.
Questo film, che si pensa sarà proprio l'ultimo lavoro, è un altro gioiello. Non raccontasi la storia della squadra di calcio ma ha per protagonista un auto: una Ford, che però pare debba il proprio nome proprio alla squadra di Valentino Mazzola ma questa è un'altra storia.
Gran Torino è un film intimo, quasi domestico come Madison Country ma che tocca tematiche anche importanti come l'intolleranza e l'emarginazione. Eastwood è un reduce della guerra in Corea. Ormai anziano e vedovo è considerato dai figli e dal vicinato un intrattabile vecchio brontolone.
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Tra le curiosità vi segnalo che per la prima volta Eastwood (che a Leone rifiutò una parte perché il copione prevedeva la sua morte) muore in un film diretto da lui stesso... potrebbe essere il suo modo per congedarsi...
BUONA VISIONE
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