Un altro MOO, una nuova città, nuove mappe, nuovi errori ma i soliti sentimenti di soddisfazione e gratitudine post gara verso chi ha organizzato (Remo) e chi mi ha invitato e corso con me (Eu).
Così in estrema sintesi potrei riassumere questa giornata vissuta a correre per le vie tristemente note per i fatti del G8 del 2001 e poi nel quartiere colpito dal disastro del Ponte Morandi; avvenimenti drammatici che in maniera differente è stato giusto ricordare.
Diciannove squadre iscritte sparse nelle sette mappe di zone di Genova scelte da Remo.
Andando con ordine noi siamo partiti con il quartiere Certosa, arrivandoci con la metropolitana fino a Brin. Il quartiere popolare è caratterizzato da graffiti e opere murali che dovremo riconoscere per rispondere alle domande ed infine, immortalaci davanti Paolo Villaggio. Chiudiamo il quartiere insieme alla squadra di Samuele e poco davanti a quella di Andrea Immovilli passando dalla nuova area giochi costruita al poso dei palazzi devastati dal crollo del ponte.
Una piccola odissea il trasferimento per spostarci verso la seconda mappa, dopo aver perso tempo e cambiato 3 mezzi (autobus+treno+treno), arriviamo a Cornigliano, quartiere con una moderna pista ciclabile affiancata a ferrovia e vecchi palazzi addobbati da numerose parabole. Qui il selfie ci vuole davanti ad una ciminiera.
Ancora una volta i mezzi pubblici non ci aiutato e, per non aspettare 50' il treno, optiamo per il lentissimo autobus n°1, in compagnia di Mark e Jason, che attraversa tutta la città fino al Porto Antico. Qui la mappa più particolare raffigurante solo i pali e gli alberi della zona. Subito dopo aver fatto il selfie davanti ad una gru del 1888 incontriamo la coppia di Giorgio Gatti ed amico che da quel momento incroceremo troppe volte.
E' la volta dello splendido quartiere dei Caruggi caratterizzato dai suoi colori, sapori, odori, e da vicoli stretti e sporchi. Un quartiere vivo e popoloso, pulsante e controverso con splendide dimore che si alternano al degrado e ad angoli abbandonati. Un rione angusto che sembra nato apposta per ospitare prove di orienteering. Seguendo il suggerimento in mappa il selfie decidiamo di farlo alla fine della gara ma questo si rivelerà un errore interpretativo.
Arriviamo alla funicolare di piazza Zecca e come al solito ci scappa via per pochi secondi. Nella lunga attesa Eugenia provvede ad acquistare dei tramezzini che si riveleranno fondamentali. Pochi attimi prima della partenza della funicolare ci raggiunge ancora la coppia di Giorgio e amico che ci farà compagnia per gran parte delle due mappe successive malgrado un mio grave errore di navigazione. Lungo la mappa dei Forti, che ci fa attraversare il Parco delle Mura, ammiriamo uno splendido panorama a 360° sopra Genova.
Attendendo un tempo accettabile prendiamo la cremagliera a Granarolo, buffo veder salire alla fermata dopo uno stupito Giorgio che non si aspettava di vederci già accomodati. La penultima mappa è quella di Bari, un particolarissimo quartiere della città che si sviluppa quasi più verticalmente che orizzontalmente, con interminabili scalinate. Qui il selfie davanti a una alternativa Gioconda. mentre per rispondere ad una domanda devo fare una foto ad una trattoria per poi riuscire a leggere il suo nome zoomando.
Ultima mappa intorno alla stazione Principe con i suoi tre livelli. Più che la morfologia a metterci in difficoltà la domanda sul matitone che oltre a farci perder tempo non riusciremo a rispondere correttamente. Qui ci capita un'altra cosa buffa, dopo aver incrociato Beniamino & Marta, una signora ci viene incontro con tante banconote in mano chiedendoci se erano nostre. Rifiutato il facile guadagno ci lanciamo verso gli ultimi selfie.
Il primo è da inseguire tra le saracinesche del quartiere dei Caruggi e, ovvero in ogni grata troviamo l'indirizzo della prossima via da trovare. L'ultimo è quello sopra il Bar Margherita che, a causa di un file audio volutamente incomprensibile, mi metterà in grande difficoltà e solo la caparbietà di Eugenia riuscirà a risolvere. Qui incrociamo Davide & Stefania e Paolo Bianchi alle prese anche loro con l'enigma.
Il cerchio si chiude riportandoci al luogo di partenza: l'area riqualificata e piena di vita dei Giardini Luzzati dove tra birre e focacce liguri discutiamo su scelte di percorso, errori (noi ne abbiamo fatti 4) e ricordi passati. Sempre bello rivedere amici che non incontravo da anni come Andrea Rebora e Danilo, i neo nonni Luigino & Carla, con lo zio Fabio, la sorprendente famiglia Volpi, la Fede Friz e i nirvanici Hiroki e Oscar.
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