domenica 13 gennaio 2008

Orgoglio rossonero!

Vi racconto una storia, una storia di vent'anni fa...

Era appena iniziato il 1988, prima giornata di campionato dopo la sosta nataliazia, il Milan quarto in classifica ospitava il Napoli di Maradona, Campione d'Italia e primo in classifica con 5 punti sul Diavolo.
I rossonerei erano una squadra rifondata, un nuovo presidente ambiziso, in panchina uno sconosciuto di Fusignano arrivato da Parma (difesa meno battuta da due stagioni) con la promozione in Serie B e il colpo di eliminare proprio il Milan in Coppa Italia, in due parole, Arrigo Sacchi a cui i maligni avevano già predetto che non sarebbe riuscito a mangiare il panettone in riva ai Navigli. Grazie alla vittoria nel derby proprio cinque giorni prima di Natale però non andò così.

Arriviamo quindi a quel famoso 3 gennaio: il Diavolo prima di quella partita aveva vinto in casa solo con Ascoli e Avellino, escludendo la sconfitta a tavolino con la Roma a causa di un petardo scoppiato vicino a Tancredi che fece esordire in Serie A un giovanissimo Peruzzi. I due anelli (allora ce ne erano solo due) di San Siro era strampieni come sempre grazie all'alto numero di abbonati, ma il fiato dei 70.000 presenti viene sospeso da una perla di Careca che al decimo porta il Napoli in vantaggio.

Potrebbe essere la fine di un sogno, il sogno di una squadra costruita per conquistare il mondo e di un tredicenne che per la prima volta si regala l'abbonmento allo stadio ma che in cambio dalla sua squadra ha avuto per ora solo una Mitropa Cup e uno scudetto (quello della stella) quand'era troppo piccolo per ricordarselo...
No, non poteva finire così.

Ci pensò allora Angelo Colombo, il più sottovalutato dei rossoneri, un Gattuso biondo che macinava chilometri ad ogni partita. Il giovane di Mezzago al diciannovesimo realizzava così uno dei suoi rari gol. Pareggio, ma fu solo l'inizio, perché cinque minuti dopo fu la volta del sardo Pietro Paolo Virdis, (giocatore scartato dalla Juventus) che di testa portò in vantaggio i rossoneri. Ma non è ancora finita, quel 3 gennaio si entrava nella storia e non lo si poteva fare con un risultato risicato, ci vollero allora i gol di Ruud Gullit e Roberto Donadoni per suggellare un 4-1 che non ho mai dimenticato.

Quella secondo me fu la partita della svolta, il Milan si portò a -3 (ai tempi la vittoria valeva solo due punti) ma soprattuto diede un messaggio chiaro al Napoli e al mondo intero, ora per vincere bisognerà fare i conti con il Milan! La domenica successive a farne le spese fu la Juventus di Platini che venne sconfitta a Torino (dopo 18 anni) grazie ad un'incornata di Ruud Gullit. E poi ancora il Napoli alla ventottesima giornata di campionato in un San Paolo che Maradona aveva chiesto senza bandiere rossonere (ma così non fu) quando Ancora Gullit, Virdis e un rientrante Marco Van Basten siglarono i gol (insieme a Maradona e Careca) che bloccarono il risultato sul 2-3 che significò sorpasso in classifica e scudetto. Il primo di una serie che in questi vent'anni avebbe portato anche 13 Coppe Internazionali che sommandosi alle 5 già in bacheca avrebbe fatto del Milan la squadra più titolata al mondo oggi.

Da quel 3 gennaio 1988 iniziò un ciclo destinato a non fermarsi, e proprio oggi, per celebrare la vittoria dell'ultimo trofeo (la Coppa Intercontinentale per Club), a San Siro sono state mostrate tutte e 18 le Coppe.
Come vent'anni fa il Milan sipresenta a San Siro dopo la sosta nataliazia contro il Napoli e come vent'anni fa il cammino casalingo di questo Milan è stato deludente (nessuna vittoria), come allora inoltre il Milan è all'inseguimento e come allora i rossoneri sono una squadra da scoprire, una squadra italiana all'anagrafe, ma che fa dello spettacolo il suo marchio. E se vent'anni fa c'erano dei giovani fenomenali olandesi oggi, alla Scala del calcio si sono potuti ammirare dei fenomenali brasiliani; sto parlando dei Palloni d'oro Ronaldo e Kaka e del papero Pato, tutti in gol questa sera in una vittoria differente nel risultato (5-2) ma non nella forma: esuberante, dominante, eccessiva!

Ed ora, ripetendo una frase scappata a Carlo Pelegatti durante la telecronaca, posso dire: "Sono l’uomo più invidiato del mondo perché tifo Milan".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

io da interista ricordo una prima giornata dopo la pausa natalizia con un nuovo acquisto che arrivava dal Real che finì 6 a 2 per noi contro il Perugia che ci fece uscire dallo stadio tutti euforici... e poi due mesi dopo eravamo da capo a piangere....

Anonimo ha detto...

ale,posso invidiarti molte cose ma nn la fede calcistica!!!!

ale ha detto...

Poi mi sembra che quell'acquisto ce lo avete svenduto e con noi ha vinto altre 2 Coppe dei Campioni portando il suo personale bottino a 4...
Forse la causa delle vostre lacrime non era lui...

Anonimo ha detto...

esatto! sfondi una porta aperta, infatti la mia tesi è che i problemi del Milan (evidenti se non si è offuscati dal marketing aziendale) non si possono risolvere solo con estemporanee Ronald.ate, Pat.ate o Kak.ate.