mercoledì 16 gennaio 2008

Bianco e Nero

Un apprezzabile film questa nuova opera di Cristina Comencini, figlia del grande Luigi scomparso circa un anno fa dopo aver diretto i grandi del cinema italiano: da Totò ad Alberto Sordi passando anche per un Don Camillo e per film con Beppe Grillo, in Cercasi Gesù, e con Bette Davis e Joseph Cotton in Lo scopone scientifico...

Cristina dal canto suo ha già diretto pellicole apprezzate come Và dove ti porta il cuore o Il più bel giorno della mia vita, ma l'opera che più l'ha affermata è sicuramente La bestia nel cuore.

Bianco e nero è un film con diversi spunti, tocca un argomento delicato ma con la leggerezza di una commedia. Ho apprezzato molto la sana ironia con la quale la protagonista Nadine (una bellissima Aissa Maiga) gioca con i molti luoghi comuni raziali di cui anche involontariamente siamo vittime o autori.

Un film che sembra un recente Indovina chi viene a cena? Indimenticabile capolavoro con una cast impareggiabile, che costruiva la propria trama sugli stessi temi ma si fermava alle perplessita di Spencer Tracy (al suo ultimo film quattro anni dopo Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo) che dava il proprio 'benestare' alla coraggiosa giovane coppia, decisa a sposarsi, non senza sottolineare le immense difficoltà alle quali sarebbero andati incontro.

Bianco e nero va oltre e, seppur in una situazione differente e se vogliamo più complessa, dimostra che i dubbi di quarant'anni fa di Tracy, il vecchio saggio di Hollywood, non erano pura fantasia ed i pregiudizi non sono ancora stati vinti.

Ottima l'intereptazione di una sempre sorprendente Ambra Angiolini la quale interpreta un altro personaggio interessante, un'impiegata in un centro d'integrazione raziale che sembra voler caricare su di sé la 'colpa' di avere dei genitori razzisti dedicando tutta se stesa alla causa ma comprendendo poco alla volta che l'integrazione parte dal quotidiano, dalla condivisione di piccoli semplici momenti.

Il film lascia immaginare un paio di finali, forse un po' banali... poi sterza su qualcosa di più irreale e diverso. Irreale come secondo me la storia così impulsiva tra i due protagonisti che senta troppi pensieri mettono in gioco i loro legami affettivi con una leggerezza quasi adolescenziale...

Buona anche l'interpetazione di Fabio Volo, bresciano che apprezzo molto come dj ma non mi convince mai fino in fondo come attore anche se questo è il terzo film che gli vedo interpretare (dopo Casomai e La febbre) e tutti e tre mi sono piaciuti molto, sia per le tematiche che per gli spunti di riflessione, probabilmente a questo punto qualche merito devo darlo anche a lui...

Voto: ***

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