Felicissimo di esserci stato.
La prima Dolomiti Adventure Race, organizzata e promossa su tutti i social da Emiliano Corona, è stata un'esperienza bellissima. Una trentina di squadre si sono ritrovare a Imer per sfidarsi in prove multisport combinate magistralmente.
Sono rimasto impressionato dalla macchina organizzativa messa a disposizione degli atleti. L'enorme lavoro di Emiliano, che sono certo abbia dormito poche ore nei giorni prima della gara, è stato esaltato dalla collaborazione di tutto il Gruppo Sportivo Pavione il giorno della gara. Già dal venerdì è stato allestito il centro gara per permettere agli atleti di provare percorsi di orienteering, allenarsi con il tiro con l'arco (disciplina un po' lontana dalle mie corde) e di prepararsi alla calata (attività che addirittura un po' mi spaventava).
Gli assestamenti organizzativi sono andati avanti fino all'ultimo tanto che a poche ore dalla partenza della gare, per assecondare il meteo birichino, è stato invertito l'ordine del segmento di Trail con quello di Mtb-O.
Le due categorie di gara, Expedition di 51,5 km con 2.480 m di dislivello e Adventure da 26,5 km + 1.120 m, prevedevano una prima parte di orienteering nel centro del paese con una decina di punti score, tornati al centro gara gli atleti avrebbero affrontato il faticoso percorso di Trail, sempre in orientamento, portandosi dietro il materiale per la calata in corda doppia che avrebbero affrontato a metà percorso. Finita la corsa ci sarebbe stata la prova con arco e frecce ed il gran finale in bicicletta sempre alla ricerca di lanterne sparse per tutta la valle di Primiero!
Io sono in coppia con Emanuela Titoli, compagna di squadra già ai tempi della P.P.N. e ora anche al Nirvana Verde. Con lei ricordo di aver vinto una goliardica Beer Relay al Parco Nord di Milano una quindicina di anni fa.Il mio calvario inizia appena prendo in mano la seconda mappa, la salita per andare alla lanterna 1-129 è durissima e, per non andare fuori giri, preferisco evitare tagli troppo ripidi tenendomi su strade più morbide.Emanuela ne avrebbe di più anche quando ci superano de Le Cinzie, due belle ragazze del posto dai noi soprannominate "le modelle" anche per via dei completini fashion. La scelta di non tentare di tenere il loro ritmo, o seguirle, paga perché prenderanno il sentiero di destra che le porterà ad allargare il giro e a fare più dislivello ritrovandosi alle nostre spalle.
Sul sentiero per andare alla 2-130 ci sorpasseranno anche i Pan Pauletto di Andrea Villa e Galli che ci semineranno e andranno a vincere la categoria Elite (la nostra) compiendo una prova senza sbavature. Noi proseguiamo al nostro passo immortalati più volte dalle foto e dai filmati di Piero Turra, su cui un giorno spero di metter le mani.
Le scelte di percorso sono abbastanza telefonate e, oltre a qualche piccolo taglio, non vedo alternative. Mi fa arrabbiare la lanterna numero 3-131 che, in una zona ricca di incroci e stradine è posizionata proprio all'imbocco del sentiero che avremmo dovuto percorrere quasi impedendoci di imboccare altre strade. Personalmente l'avrei piazzata nella fontana in mezzo al grazioso borgo o, meglio ancora, l'avrei tolta lasciando libertà ai team di scegliere la via migliore. Probabilmente il percorso Adventure è stato però pensato per permettere ai non orientisti di non impazzire tra le valli.
Proseguendo verso la 4-123 ci superano "le modelle". Il punto è alle spalle della Chiesetta di San Silvestro, location che offre una vista mozzafiato sulla val di Primiero, purtroppo non abbiamo il tempo per godercela e dobbiamo partire per la rovinosa discesa sassosa con tanti tornanti. Sotto il mio peso faccio rotolare dei sassi attentando dalla vita delle nostre avversarie che sono poco sotto. Arrivati alla 5-124 è il grande momento! Si blocca il tempo e si passa all'imbrago per la calata.Un team molto professionale del Soccorso Alpino delle Fiamme Gialle, coadiuvato da Dennis Dalla Santa, dopo avermi impacchettato come un salame e assicurato a forti moschettoni riesce anche a trasmettermi tranquillità, anche se ammetto di aver sempre un po' di paura.Dopo il momento adrenalinico ci alimentiamo con barrette e gel, quindi facciamo ripartire il tempo di gara. La tratta che ci riporterà al centro sportivo è la più noiosa, un paio di km sotto il sole su una pista ciclabile dritta. Siamo stanchi e percorriamo la maggior parte della strada a passo veloce.
I Pan Bauletto e i Pinguini hanno un importante vantaggio su di noi, mentre "le modelle" ci precedono di poco e i Panda Volanti (che non so quando abbiamo superato) sono poco dietro e ci riprenderanno al centro gara dove abbiamo una transizione a cronometro fermo per cambio indumenti e prova di tiro con l'arco.
L'allenamento del venerdì mi ha fornito nozioni di base fondamentali per far bella figura. I primi due lanci sono buoni e centro per due volte i cerchi rossi. Meno bene il terzo tentativo che scarto, saranno validi infatti solo i due migliori tiri sui tre di ogni atleta. Aver colpito due rossi significa aver guadagnato 12' di abbuono sul tempo di gara. E' il turno di Emanuela che parte con un brutto tiro finendo fuori dai cerchi. Mi tranquillizza dicendo di aver sbagliato l'occhio con cui mirare (!?), ed effettivamente i tiri successivi sono perfetti: un rosso e un giallo! Altri 14' minuti di abbuono per un totale di 26', meglio anche dei Pan Bauletto che hanno centrato solo 22' di abbuono.Siamo pronti per l'ultima frazione, quella della Mtb-O. Guardando la mappa il giro è lungo ma non mi sembra impossibile tanto che uscendo dal centro sportivo saluto gli organizzatori con un troppo ottimistico: "a fra poco". I primi km sono su asfalto, un falsopiano in lieve salita. Mi accorgo subito che Ema è un po' in difficoltà, soprattutto quando spingo i rapporti duri. Questo mi permette di rallentare e probabilmente è un bene perché non ho ancora fatto i conti con la durezza delle prossime salite.La prima lanterna del percorso in bici, 1-127, è banale mentre la seconda ci sorprende perché erroneamente comincio a cercarla un po' prima, minime sbavature. Gli errori grossi, per fortuna gli unici della gara, li commetterò alla terza e soprattutto alla quarta lanterna.Ma ecco cosa è successo: alla 2-101 c'è il solito Piero Turra a farci dei filmati. La cosa buffa, per non dire tragica, è che incontriamo lo stesso Piero anche alla 3-102 per nuovi video! Cioè è riuscito ad attenderci in due lanterne consecutive superandoci senza che noi ce ne accorgessimo.
L'arcano è facilmente risolto, la mia scelta di percorso non è stata ottimale. Una volta alla 2-101, in accordo con Ema, ho preferito scendere verso la strada asfaltata e fare tutta la pista ciclabile piuttosto che percorrere la sterrata (più corta e con meno pendenza). Guardando la mappa continuo a pensare che la mia scelta non fosse insensata ma probabilmente lo sterrato non era così impervio da rallentare favorendo i locals che conoscono lo stato dei singoli sentierini.
Il grande rimpianto però è legato all'errore per andare alle 4-128. Qui non si tratta di scelta di percorso sbagliata ma di aver preso un sentierino per un altro subito dopo la lanterna 3-102. In una zona con tante tracce imbocco un sentierino che scende, alla Ema viene un dubbio ma tempo che comprendiamo il disegno della mappa e siamo già scesi un po'. A questo punto al posto di tornare sui nostri passi, scelta che sarebbe comunque stata migliore, decidiamo di affidarci ancora una volta alle più semplici strade asfaltate che regalano però più chilometri e soprattutto più dislivello.
I 20 metri di equidistanza delle mappa non rendono giustizia alla fatica che abbiamo fatto e, in gara, non mi hanno fatto intuire quanto sarebbe stata dura quella salita. A metà tratta mi ritrovo a spingere la bici. E' il momento più buio. Sul sentiero sopra vediamo le due coppie di ragazze che hanno ancora la forza di tagliare per prati pendenti spingendo le bici, io invece devo rallentare anche Ema perché mi impianto, tanto che anche un passante mi prende in giro invitandomi a accelerare...Dopo esserci integrati e aver raggiunto la lanterna ripartiamo verso Fiera di Primiero. La discesa è molto ripida e per nulla semplice tanto che semino Emanuela. La navigazione nel centro abitato invece non è impegnativa e mi diverte districarmi tra le piccole vie che ci portano nel parchetto dove troviamo la lanterna numero 5-114.
Le tre successive lanterne sono tutte in salita in direzione sud-ovest, ovvero si torna verso Imer. La strada è in costante salita su strade sterrate ma a differenza di prima sono tratte pedalabili. In questo caso non sbagliamo scelte e rinunciando a tutte le strade asfaltate per non sprecare nemmeno un metro di quota.