lunedì 16 giugno 2008

Ci rivedremo ancora...


"La serie non è finita. È ben lontana dall'essere finita. Ci basta vincerne tre di fila per essere campioni, no?"

Così aveva parlato Kobe Bryant dopo la disfatta di gara 4; la sconfitta a Los Angeles che aveva portato i Boston Celtics sul 3-1 ad un solo punto dal titolo NBA 2008.

E per il momento Kobe pare non debba rimangiarsi le sue parole, i Lakers sono riusciti ad impedire a Garnett, Pierce, Allen e compagni di stappare le bottiglie di champagne allo Staples Center.

Ora però arriva il difficile: vincere, e per due volte di fila, al TD Banknorth Garden Boston, dove i Celtics hanno un record in questi playoff di 12-1. Inoltre la storia rema contro le speranze gialloviola: nessuna squadra, dal 1985 (quando il formato delle Finals fu modificato nell'attuale 2-3-2) è mai riuscita a recuperare da uno svantaggio di 3-2 vincendo le ultime due gare in trasferta.

2 commenti:

Pierlabi ha detto...

Un commentino sulla mega-batosta di gara-6?

ale ha detto...

BOSTON CELTICS

Paul Pierce (21.8 pts, 4.5 reb, 6.5 ast): MVP delle Finals su un ginocchio scricchiolante. Ha un solo passaggio a vuoto, in gara-3 allo Staples Center. Poi, per il resto, è The Truth. Voto: 9 .

Kevin Garnett (18.2 pts, 13 reb, 3 ast): chiude con una doppia-doppia di media: diabolico in difesa, quando trova il ritmo in attacco è un'arma illegale. Non è un caso che le due sconfitte biancoverdi siano coincise con due prestazioni offensive opache. Voto: 8.

Ray Allen (20.3 pts, 5 reb, 3.5 ast): il peggiore dei big-three nei primi tre turni di post-season. Nelle Finals si è tolto parecchia polvere dalle spalle tirando con il 50.7% dal campo e il 52.4% da tre (22/42): il canestro in reverse in penetrazione per vincere gara-4 e il 7/9 dall'arco in gara-6 sono perle simbolo di una classe sopraffina. Voto: 8.

James Posey (8.7 pts, 3.8 reb): porta in dote un anello vinto di recente, e si vede: jolly difensivo indistintamente spendibile su Bryant e Odom, quando si fa trovare pronto sull'arco per gli scarichi è devastante: in gara-4 e in gara-6 è una sentenza. Vera sorpresa della serie, voto: 7.

Eddie House (8.0 pts, 2.5 reb, 2.5 ast): scongelato dalla panchina e gettato nella mischia per sostituire l'acciaccato Rondo: eroico in gara-4, in gara-6 scava, con Posey, il parziale alla metà del secondo quarto. Voto: 6.5.

PJ Brown (4.0 pts, 3.2 reb): costante e regolare, re del cosiddetto "gioco oscuro": in difesa, insieme a Garnett, rende impenetrabile l'area biancoverde. Esperienza e abnegazione allo stato puro. Voto: 6.5.

Rajon Rondo (9.8 pts, 3.8 reb, 6.7 ast): in attacco è costantemente battezzato: fino a quando la caviglia regge può compensare con le giocate in penetra-e-scarica per i big-three, ma fra gara-3 e gara-5 è un'ombra. Voto: 6+.

Sam Cassell (3.8 pts, 1.2 ast): follia allo stato puro. Alterna momenti di classico playmaking a minuti di sregolatezza offensiva totale. Sofferente in difesa, una simpatica macchietta nella serie. Voto: 6.

Leon Powe (6.2 pts, 3.2 reb): utilizzato con il contagocce, erompe furiosamente in gara-2 con 21 punti in 15 minuti. Voto: 6- .

Kendrick Perkins (4.0 pts, 3.6 reb): tanti muscoli ma poca intelligenza cestistica: più dannoso che utile, il doppio infortunio alla spalla e alla caviglia si è sinistramente trasformato in un fattore positivo per i Celtics. Voto: 5.

LOS ANGELES LAKERS

Kobe Bryant (25.7 pts, 4.7 reb, 5.0 ast): o si odia o si ama. Voto: 7.

Derek Fihser (10.8 pts, 1.5 reb, 3.2 ast): con Bryant ha già vinto tre titoli, e si vede: l'esperienza non gli manca, così come il coraggio nel prendersi tiri importanti. Guerriero. Voto: 6.5 .

Lamar Odom (13.5 pts, 9 reb, 3.0 ast): giocatore indecifrabile per eccellenza: alterna giocate da MVP a momenti di black-out impressionanti. In difesa si sacrifica in aiuto e a rimbalzo, in attacco gioca con una mano sola, ma cristallina, ma è evidente che Bryant non può essere il suo compagno ideale. Voto: 6.

Jordan Farmar (7.0 pts, 1.8 reb, 1.3 ast): umile e disposto al sacrifcio: il più positivo della panchina losangelina, nonostante soffra difensivamente gli accoppiamenti con le guardie di Boston per mancanza di centimetri. Voto: 6.

Trevor Ariza (2.6 pts, 1.8 reb): due fiammate in gara-2 e gara-3, per il resto fa da cornice. Timido. Voto: 5.5.

Pau Gasol (14.7 pts, 10.2 reb, 3.3 ast): Garnett se lo mangia, lui gioca di fioretto, ma servirebbe piuttosto un'alabarda. Molle in attacco, lento e svagato in difesa. Le mani sono da campione, la testa no. Voto: 5.

Sasha Vujacic (8.3 pts, 2.0 reb, 0.8 ast): una serata da leone, con 20 punti in gara-3. Per il resto cecchino spuntato e difensore sospetto. Voto: 5.

Luke Walton (2.5 pts, 1.0 reb, 1.2 ast): atteso a un contributo ben maggiore, delude le aspettative di coach Jackson. Poco influente, ma anche poco coinvolto. Voto: 5.

Ronny Turiaf (1.8 pts, 0.7 reb): Garnett è il suo idolo, e continuerà ad esserlo ancora per molto: resta in campo dieci minuti a partita, ma il suo contributo è decisamente limitato. Voto: 5.

Vladimir Radmanovic (7.3 pts, 3.4 reb, 1.3 ast): punto interrogativo giallo-viola della serie: imbarazzante in difesa, monodimensionale in attacco, dove si limita ad appostarsi nell'angolo in attesa degli scarichi. Voto: 4.5.