Ci sono gare per le quali non si dorme la sera prima e la sera dopo, ognuno ha le sue, io ad esempio ho il MOO. Solitamente la sera prima sono un po’ teso, non tanto per la prestazione ma perché è una gara che coinvolge anche il compagno di squadra e poi c’è l'aspettativa da parte degli avversari che ti riconoscono come outsider. La notte successiva invece mi trovo a ripensare ad errori, dettagli, scelte che avrei potuto fare in maniera diversa.
Il ritrovo dell’edizione del ’23 del MOO è a sud della
fermata Romolo della Metro, in un accogliente e avveniristico edificio gestito
da Amiacque. Ai nastri di partenza un numero impressionante di squadre (54),
tantissimi amici orientisti, i soliti noti che non mancano mai a queste
gare pazzerelle, inoltre qest'anno vedo alcuni inaspettati besanesi. Al gruppone si aggiunge la mia
collega Ilaria, in compagnia di Giuseppe e di altri due suoi amici a formare i Tutto Arrosto. Io, come nelle ultime
edizioni, corro con Eu. I preparativi tra noi sono stati pochissimi, da coppia
collaudata abbiamo dato un po’ per scontato tutto e ci siamo presentati al via
senza troppi briefing.
Remo, l’organizzatore dell’evento, come al solito illustra a
cosa andremo incontro con dovizia di particolari, specie quando parla della
mappa 3 SCALO FARINI che pare
decisamente avventurosa. La spiegazione complessiva dura più del solito e ammetto
di essermi perso alcune informazioni che si riveleranno importanti. Terminata
l’ultima parola di Remo, quasi improvvisamente, ci troviamo in gara, io sono
intento a decodificare la chiave d’accesso dell’app che ci fornirà le domande
da rispondere, Eu parte alla ricerca della mappa e con passo sicuro mi porta
verso il primo punto di controllo.
Il giro del prologo è abbastanza semplice e velocemente recuperiamo anche le mappe successive. Ci dirigiamo subito verso i binari della metro per sentire in lontananza la ripartenza di un convoglio. Siamo sulla banchina insieme alla squadra di Tasso e Ruspetta (Bugo e Chiara), stiamo definendo e disegnando il percorso migliore da seguire ma senza trovare il pennarello adatto che avevo preparato. Nel frattempo la stazione si riempie di squadre e concorrenti. All’improvviso sentiamo arrivare un treno, ma nel binario di fronte. L’insegna luminosa che indica la destinazione del treno recita ABBIATEGRASSO, esattamente dove c’è la mappa 4 STADERA, visto che la linea verde della Metro ha una biforcazione penso non sia male approfittarne e salire su quel treno. Rapido scambio di sguardi con Eu e decidiamo di lanciarci su quel treno dove troviamo, tra gli altri, i team Ruska muha (ovvero il Grilli in solitaria), Quelli del 67 (SteGal + Giovannini) e Gli Scappati di Casa (Giada + Damiano).
Avendo effettuato all’ultimo il cambio di programma non siamo pronti. Eu, che conosce la zona, parte con la mappa verso i punti di controllo. La sezione è la più originale e interessante della giornata, si devono trovare le risposte alle domande ma, allo stesso tempo, bisogna riconoscere la posizione di negozi raffigurati in vecchie foto, in punti precisi dove oggi il negozio è stato soppiantato da un appartamento fronte strada. Noi non siamo brillantissimi nella risoluzione del tutto perdendo qualche minuto di troppo ma come per il prologo rispondiamo esattamente a tutte le domande senza accumulare penalità.
L’errore lo commetteremo nel punto speciale che ci costerà 60’ aggiuntivi. Simpatica l’idea di dover cercare, a sud di ogni punto, delle tracce microscopiche di vernice viola. Peccato che una volta trovate le tracce e seguita la pista non ci accorti della biforcazione finendo fuori zona (pare che Remo abbia precisamente spiegato il tutto durante il briefing ma me lo sono bevuto). Una volta giunti al termine della traccia viola abbiamo cercato vanamente il portone da fotografare perdendo tantissimo tempo senza trovare la soluzione. Frustrante veder passare via via verso le mappe successive Quelli del 67 e a Gli Scappati di Casa.
Risolviamo così agilmente i punti rimasti velocemente e riprendiamo treno e poi metro per giungere a nella mappa 2 CENTRALE. Qui non sono per nulla soddisfatto dell’ordine con cui abbiamo risolto i vari punti di controlli. I diversi livelli, la tanta gente presente e la particolarità delle stazioni sotterranee che si intersecano, non ci aiutano a valutare il percorso più efficiente. Inoltre Il punto di controllo 29, quello all’aperto ci mette in crisi: la domanda con relative specifiche ci complica la vita e ci disorienta, passiamo qualche minuto con Gli AGO nel pagliaio e i Bella zio ad interrogarci sulla risposta, alla fine fortunatamente scegliamo la risposta corretto. Peccato però che io canno la risposta 21 che fa riferimento alle bocchette antincendio su una colonna; a mia parziale discolpa la presenza dell’omino che stava facendo manutenzione proprio lì e impallava la visuale corretta, la realtà è che ho risposto con troppa fretta e poca attenzione.
E’ il momento di arrivare alla stazione di Lambrate. Qui incontriamo tante squadre che stanno cercando di salire su ascensori guasti (la risposta di una domanda era proprio lì). In questo punta sezione 7 LAMBRATE, non c’è una mappa ma dobbiamo seguire un video e ripercorrerne le gesta. L’idea è molto suggestiva e simpatica, la velocità del video però è frustrante per chi sta cercando di guadagnare secondi preziosi, allora decidiamo di procedere più velocemente saltando dei pezzi di video, questo ci farà perdere alcune domande e alla fine perdere più tempo.
Ora siamo lontani da ogni nuovo punto di controllo e anche da ogni Metro. Anche se la fortuna con i mezzi pubblici fino ad ora non ci ha sorriso facendoci attendere troppo, proviamo a dirigerci verso la fermata dell’autobus 54. Appena vediamo un autobus in lontananza ci lanciamo di corsa verso la fermata, sfortunatamente non si tratta del nostro autobus ma di un 39. Prendo anche il rimprovero di una signora un po’ in là con gli anni che mi ammonisce per l’ignoranza: “Ma non vedi che è arancione? L’autobus 54 è verde” Sempre detto che c’è sempre da imparare dai più esperti!
Malgrado la buona volontà ci tocca farci di corsa tutto il trasferimento fino a Largo Murani alla ricerca del disco dei Pink Floyd da selfare. Sono abbastanza provato dallo sforzo ma Eu mi tira il collo anche per portarci verso la mappa 6 ARGONNE dove, nostro malgrado, commettiamo il secondo errore contando male le prese per arrampicata presenti sul complesso attrezzo ginnico del parchetto. In realtà calcolo erroneamente anche il numero di facce di un dodecaedro (i monoliti che formano l'attrezzo ginnico) pensando fossero 10 e non 12.
A questo punto non è nemmeno tanto presto, ci mancano solo 2 punti speciali, ma solo dislocati in posizioni scomode della città. Il primo selfie da fare è di fronte al negozio Louis Vuitton in San Babila. Le zucche sono state rimosse e quindi ci accontentiamo di beccare la scritta facendo la foto da lontanissimo. Ora però ci tocca arrivare fino allo scomodissimo mosaico al Parco Ravizza.
Partiamo a piedi verso Piazza Fontana sperando di intercettare il 15 o addirittura il 3. Smanetto un po' con l'app dei mezzi pubblici ma mi dice che dirigendomi a piedi o aspettando i mezzi ci avremmo impiegato lo stesso tempo. Decidiamo di correre. Ad un certo punto intercettiamo un tram, anche se non siamo ad una fermata chiedo al conducente di aspettarci alla prima fermata. Facciamo una corsa tremenda di circa 400 metri per prenderlo, l'autista effettivamente ha tardato a partire malgrado il verde per attenderci, una volta sul tram però mi accorgo che non è il 15 e nemmeno il 24 che in qualche modo mi sarei fatto andare bene comunque ma si tratta del 16 che a Crocetta avrebbe girato in direzione Lamarmora e non in Porta Vicentina. Scendiamo alla prima fermata dal tram e continuiamo di corsa fino a questo maledetto Viale Sebastiano Bach.