Ma come è possibile che l'orienteering non attiri come altri sport?
Metto a confronto due competizioni di domenica: la corsa non competitiva di Cabiate e il Trofeo delle Regioni di orienteering.
La prima è appunto una garetta non competitiva senza pretese di un paesino in provincia di Como, Cabiate, che la maggior parte dei comaschi non conosce; garetta che si correva insieme ad altre innumerevoli competizioni simili. La seconda è una delle gare di orienteering più importanti della stagione, in uno dei posti più belli d'Italia, l'altopiano d'Asiago.
Risultato: Cabiate avrà avuto oltre 600 iscritti. Ad Asiago non creo ci siano stati 300 corridori!
I motivi li conosco. Troppo lontane le gare di orienteering, sport poco noto ecc.
Ma ancora oggi rimango stupito! Ma è possibile che l'italiano medio preferisca la corsa sotto casa (quando fa qualcosa) e magari il pomeriggio in casa guardando la Ventura piuttosto che un sano w/e alla scoperta di posti nuovi in mezzo alla natura!
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2 commenti:
1. Ad Asiago sabato c'erano circa 800 iscritti
2. E' normale che l'orientamento sia meno praticato; oltre ad altri 2000 motivi è soprattutto molto più difficile della semplice corsa; non vedi quanti podisti stradaroli o campestri scappano appena sentono parlare di cartina o addirittura di bussola?
E' vero i motivi sono tanti, ma io conosco un sacco di persone che scappano appena sentono parlare di corse!
Diciamocelo, per molti di noi correre e basta è noiosissimo. Dimmi di fare un allenamento di corsa e mi do malato, invitami ad una garetta di orienteering o a una partitella di calcetto e ci vengo di CORSA!
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