mercoledì 19 marzo 2008

Idrogeno eco-compatibile

Il futuro dell’energia alternativa

Dal socio

Telefonini alimentati da celle ad alcol o glicerolo vegetale, celle che utilizzano biocombustibili, batteri prodotti dai rifiuti e dalle acque reflue che generano energia pulita... Sono alcune novità proposte dal Cnr a “Energethica”.

Un impianto pilota per la produzione di idrogeno da batteri di origine vulcanica e i primi prototipi di alimentatori per telefoni mobili costituiti da celle a combustibile a idrogeno o alcol: queste alcune delle innovazioni scientifiche che il Consiglio Nazionale delle ricerche ha presentato a “Energethica”, l’appuntamento per la promozione dell’energia sostenibile tenutosi a Genova.

Per produrre idrogeno a basso impatto ambientale, i ricercatori dell’Istituto di chimica biomolecolare (Icb) del Cnr di Pozzuoli (Na) hanno utilizzato il batterio Thermotoga neapolitana, un microrganismo marino isolato da fumarole a largo di Pozzuoli, in grado di sopravvivere a temperature molto alte. L’idrogeno ottenuto, sotto forma gassosa, potrà essere trasformato in energia elettrica attraverso innovative celle a combustibile predisposte dall’Istituto di chimica dei composti organometallici (Iccom) del Cnr di Sesto Fiorentino (Fi). Le celle non utilizzano platino ma contengono catalizzatori nanostrutturati a base di metalli di più facile reperibilità, che consentono di ottenere energia non solo da idrogeno ma anche da biocombustibili rinnovabili.

L’Istituto presenterà anche un prototipo sperimentale di un alimentatore per telefoni mobili costituito da celle a combustibile ad alcol etilico o glicerolo di origine vegetale.

Sono stati illustrati anche i risultati di un esperimento di risparmio energetico che ha coinvolto tutti gli Istituti dell’area di ricerca del Cnr di Firenze. L’ottimizzazione energetica degli impianti di climatizzazione e la razionalizzazione dell’illuminazione hanno consentito nel 2007 una riduzione del 17%, corrispondente in termini energetici a 675.000 kWh, in termini economici a 95.000 euro e in termini ambientali a 470 tonnellate di CO2 non emesse.

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